by Diego Barucco

NGC 7027 nell'infrarosso
Luglio 2007
 
Vi presentiamo questa recente immagine inviataci dall'amico Fulvio Mete della piccola nebulosa planetaria NGC 7027 eseguita con un telescopio Schimth-Cassegrain di 14" di diametro ad una focale di 2500 mm e una camera CCD Atik-16HR. La particolarità di questa ripresa sta nella scelta del suo autore di utilizzare come canale di luminanza una ripresa tramite filtro IR-pass che ha permesso di lavorare nella regione dell'infrarosso.
NGC 7027 è una planetaria molto studiata per le sue peculiari caratteristiche, essa, oltre ad essere estremamente brillante in tutte le lunghezze d'onda di emissione, è circondata da un denso alone neutro ricco di idrogeno molecolare il quale pone un ostacolo notevole nell'osservazione del suo interno.
In riprese in tricromia rivela un caratteristico colore rosso dovuto ad un intenso flusso di dell'idrogeno ionizzato che prevale all'esterno mostrando una caratteristica forma bipolare. Al suo interno invece si trova uno denso shell fortemente ionizzato che non è possibile osservare direttamente. Un'escamotage a questo impedimento può essere ricercata nell'uso di un filtro che permetta di lavorare nella regione dell'infrarosso in modo da scavalcare la densa nube esterna e di "vedere" al suo interno.
Questa esperienza di Fulvio Mete, la prima in campo amatoriale, mostra lo shell interno ellittico ad elevata ionizzazione.



Fulvio Mete scrive:

"Avvalendomi della notevole capacità di raccolta luce del mio C14 mi sono cimentato in una ripresa alquanto difficile dal centro cittadino, una ripresa in luce bianca e IR della nebulosa planetaria NGC 7027. La luminanza è stata ottenuta dalla somma di una serie di immagini con filtri UHC e IR-pass entrambi Astronomik (25 frame da 3 sec l'una) , le riprese RGB con filtri Astronomik, da 10 sec. X 20 frames circa ognuna. La focale utizzata del C14 f/6,3, di circa 2500 mm era al di sotto del minimo consentito per una ripresa decente dell'oggetto che sottende appena 18" X 11" circa."

L'autore ci fornisce anche un interessantissimo spettro a bassa risoluzione della planetaria il quale mostra l'estrema intensità delle righe di emissione sia ad alta che a bassa ionizzazione, quindi la coesistenza di righe priobite a basso potenziale come [O II] e ad alto potenziale di ionizzazione come la riga He II, che dimostrano un'evidente stratificazione della ionizzazione.



L'autore scrive ancora:

"Per completare la stessa sera ho ripreso anche uno spettro Low Res dell'oggetto, dato che mi sembra che dello stesso sussistano solo spettri professionali, del quale risultano evidenti buona parte delle righe della serie di Balmer dell'idrogeno, più quelle dell'elio e dell'ossigeno. Sul significato delle righe di emissione mi riservo alcuni approfondimenti, dato che dell'oggetto in questione esistono parecchie ricerche professionali.
La camera usata è stata una Atik 16HR in binning 1 x 1, il rumore del fondo cielo dell'immagine LRGB non purtroppo eliminabile dato il luogo di ripresa (Roma). Lo spettro è stato ottenuto con un reticolo di diffrazione a trasmissione Paton Hawkslay da 100 I/100 senza fenditura."

Non possiamo ora che attendere ulteriori approfondimenti da Fulvio Mete il quale ci ha assicurato un'indagine più minuziosa della planetaria ed in particolare del suo spettro con il suo nuovo spettroscopio autocostruito CLAUSS ad alta risoluzione.

 

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